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lunedì 14 marzo 2011

LA MUTUA SANITARIA




Oggi vorrei parlare di un argomento non prettamente finanziario.
Come abbiamo tutti tristemente notato la sanità pubblica si deteriora sempre più, e per un controllo o un esame specifico ci attendono lunghe attese.
Chi se lo può permettere decide di effettuare gli accertamenti consigliati a pagamento, altrimenti il rischio è di non potersi curare in tempo o in alcuni casi di non potersi curare affatto.

L'alternativa di una mutua al costo di 2 euro al giorno (in media) per componente familiare (con i grattini si spende di più), garantisce l'associato e la sua famiglia, dando la tranquillità necessaria per affrontare momenti difficili, usufruendo di agevolazioni e rimborsi.

Una mutua nasce da un gruppo di persone (soci) che basandosi sui valori di solidarietà e sussidiarietà, decidono di intraprendere insieme un’azione di mutuo soccorso partendo dall’esigenza di soddisfare le necessità dei consociati.  La differenza con le assicurazioni è senza paragone, i costi sono dimezzati e le finalità permettono maggiori garanzie: Infatti, al contrario delle assicurazioni sanitarie, quando un socio è accettato non può più essere abbandonato (si diventa soci per tutta la vita), qualunque malattia lo colpisca o qualunque bisogno abbia; solo il socio può decidere di uscire dalla mutua, mentre con le polizze assicurative, la società assicuratrice può recedere dal contratto, e questo avviene di solito quando l’assistito "costa troppo".

I vantaggi di sottoscrivere una mutua risiedono nella possibilità di godere di rimborsi ed agevolazioni sanitarie e fiscali, e la tranquillità di potersi rivolgere non solo alla struttura pubblica ma anche a quella privata senza incorrere in costi proibitivi. Vi sono le strutture convenzionate dove la mutua agisce direttamente con la struttura sanitaria, altrimenti il rimborso avviene tramite apposita richiesta accompagnata da relativa fattura.

E' stato istitutito il consorzio mu.sa. (http://www.consorziomusa.it/), che evidenzia 9 mutue tra quelle che rispettano i principi costituzionali.
La necessità di fare chiarezza nell'ambito delle mutue è d'obbligo, perchè devese compagnie assicuratrici assumono la denominazione di mutua avendo le caratteristiche tecniche e di prodotto di natura assicurativa.
Ciò può indurre il consumatore in errore, e contrarre un'assicurazione invece di una mutua, avendo così l'amara sorpresa di essere abbandonato nel momento del bisogno, oppure non appena abbia compiuto i 75 anni di età.

Nella scelta della mutua più adatta alle vostre esigenze vi consiglio di rivolgervi a un consulente indipendente esperto, non fidatevi mai dei venditori porta a porta fai da te (anche se amici o conoscenti).

















giovedì 20 gennaio 2011

ACCESSO AL CREDITO: IL FONDO DI GARANZIA NAZIONALE



Un prezioso strumento per facilitare l’accesso al credito è il fondo di garanzia.
Uno strumento che ha funzionato molto bene lo scorso anno. Nel 2010 infatti le aziende ammesse alla garanzia da parte del Ministero dello Sviluppo Economico sono state 50.076 (+103,6% rispetto all'anno precedente), per un volume totale di finanziamenti pari a circa 9,1 miliardi di euro (+86,6 %) ed un importo garantito di 5,2 miliardi di euro (+90,8 %).
Possono accedere alla garanzia del Fondo Centrale di Garanzia  le PMI, comprese quelle artigiane, ubicate sul territorio nazionale (anche per investimenti all’estero)
Sono ammissibili le Pmi appartenenti a qualsiasi settore ad eccezione, ad oggi, dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, dell’industria automobilistica, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dell’industria carboniera e della siderurgia (i cosiddetti settori “sensibili” esclusi dall’Unione Europea). Le imprese agricole possono però avvalersi della controgaranzia rivolgendosi ad un confidi che opera nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca. Attenzione però alle eccezioni: alcune attività comprese nella sezione A della Classificazione ISTAT 1991 (a titolo esemplificativo le attività di servizi connessi all’agricoltura, la caccia e la cattura di animali per allevamento, la silvicultura e l’utilizzazione di aree forestali) non sono considerate agricole in base alla normativa del Fondo e possono perciò beneficiare della garanzia diretta (vedi la circolare n. 549 del 6 maggio 2009).
Le imprese possono beneficiare dell’intervento del Fondo per ogni tipo di esigenza finanziaria. Può essere garantita qualsiasi tipologia di operazione, purché direttamente finalizzata all’attività d’impresa: operazioni di leasing, finanziamenti a medio-lungo termine, acquisizione di partecipazioni, prestiti partecipativi e altre operazioni quali, p.es., finanziamenti a breve termine, consolidamento, fideiussioni, finanziamenti a medio-lungo termine per liquidità.
Rivolgendosi al Fondo centrale di Garanzia l’impresa quindi non ha un contributo in denaro ma ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo, che interviene fino al 60 (o all’80% in alcuni casi) del finanziamento richiesto, fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro.
Ciascuna impresa può beneficiare complessivamente di un importo massimo garantito pari a 1,5 milioni di euro. Questa cifra si riferisce all’esposizione in essere alla data di presentazione della domanda, tenuto conto delle quote di capitale già rimborsate. Ciò significa che, p. es., se un’impresa è stata garantita per un milione di euro, ma ne ha già rimborsato 400 mila, può ottenere un’altra garanzia fino ad un massimo di 900 mila euro. Per le sole imprese di trasporto merci su strada per conto terzi (codice 60.25 della classificazione ISTAT 1991) l’importo massimo garantito è di 750 mila euro.
Accertati i requisiti occorre verificare un’ulteriore condizione: il Fondo di Garanzia per le PMI è destinato infatti alle imprese valutate “economicamente e finanziariamente sane” sulla base di criteri di valutazione che variano a seconda del settore di attività e del regime contabile dell’impresa beneficiaria. La valutazione del merito di credito ha generalmente ad oggetto i dati di bilancio (o delle dichiarazioni fiscali) degli ultimi due esercizi. Per le operazioni di consolidamento delle passività a breve e nel caso di acquisizione di partecipazione il Fondo acquisisce ulteriori informazioni relative alle singole operazioni di finanziamento.






mercoledì 12 gennaio 2011

VARATO IL PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO IN PUGLIA 2011

Immagine associata al documento: Parte il Piano straordinario per il lavoro in Puglia

La Puglia vara il piano straordinario per il lavoro. Trecentoquaranta milioni di risorse, divise in 6 linee di intervento, che si declinano a loro volta in 43 interventi rivolti a 52.035 potenziali destinatari. Sono questi i numeri del più grande piano progettato da una Regione italiana per risollevare l'occupazione.
Il governo regionale ha voluto fornire così una risposta immediata ad una situazione sempre più difficile e insostenibile che colpisce con particolare durezza i giovani e le donne. Infatti, mentre crescono in Puglia le esportazioni e il numero delle imprese, non appaiono altrettanto positivi i dati sull'occupazione. Nel terzo trimestre del 2010 il tasso di disoccupazione regionale, secondo la rilevazione Istat, è del 12,2%, sale al 14% per le donne. Ancora più gravi i recenti dati forniti dall'Istat per la disoccupazione giovanile in Italia salita a novembre al 28,9%, il dato più elevato dal 2004.
Di fronte ad una situazione che fa della precarietà la regola e dell'occupazione regolare l'eccezione, la Regione Puglia ha deciso di reagire ricorrendo alle risorse e agli strumenti operativi che ricadono nella propria sfera di competenza e responsabilità. Certo, risultati più efficaci potrebbero essere raggiunti se a livello nazionale fosse possibile rivedere le normative sul lavoro e costruire un nuovo sistema di welfare che superi la precarietà e riconsegni diritti e prospettive di futuro alle nuove generazioni. In attesa, tuttavia, la Regione Puglia lotta con i propri strumenti ponendosi due obiettivi: da un lato migliorare l'occupabilità dei giovani e delle donne, dall'altro sostenere i livelli occupazionali esistenti.
E affronta la sfida alla quale è chiamata dalla strategia di Lisbona, da Europa 2020 e dalla Decisione del Consiglio Europeo del 21 ottobre 2010 sulle politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione: promuovere anche in Puglia una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva.
TRATTO DA http://www.sistema.puglia.it/