L’informativa finanziaria ha assunto nel corso degli ultimi anni un ruolo sempre più rilevante, perché descrive in maniera quantitativa e qualitativa l’attività svolta dall’impresa che attraverso i risultati contabili-gestionali formula la sua politica economica . Tale politica indica le direttive e gli obiettivi aziendali che influenzeranno i mercati ovvero le scelte degli stakeholder. La carenza di informativa veritiera e corretta sull’andamento di alcune società, ha portato negli anni 2001/2002 ad una sequenza di scandali aziendali (come Enron, World Com, Tyco International…) causati da una riduzione dell’accuratezza, chiarezza e affidabilità dell’informativa fornita agli investitori. La conseguenza negativa di tali comportamenti è stata la sfiducia che ha condizionato le scelte degli operatori, infatti nel 2002 il Congresso degli Stati Uniti d’America ha legiferato il Sarbanes Oxley Act con l’obiettivo di migliorare la tutela dei soggetti economici ed in particolare i risparmiatori. Anche in Italia è intervenuta la legge n.262 del 28/12/2005 la quale ha introdotto precise richieste in tema di preparazione, contenuto e forma dei documenti contabili societari, con l’obiettivo di garantire una migliore qualità dell’informativa.
Tali misure non sono servite a molto, visto che nell’agosto 2007 nuove turbolenze hanno innescato un nuovo meccanismo di sfiducia nonostante l’approvazione delle suddette leggi. Tra le cause della spaventosa crisi, che continua nei suoi effetti negativi, nata negli Stati Uniti dove in alcuni segmenti del settore creditizio, il volume degli scambi è cresciuto molto più rapidamente dell’investimenti nell’infrastruttura di supporto, ovvero il proliferare di pratiche fraudolente nel settore dei mutui subprime (sono prestiti concessi ad un alto tasso a favore di soggetti in difficoltà, o per il loro rating basso oppure per pregresse situazioni di insolvenza) dove in un primo momento vi è stata una ridotta trasparenza dell’informativa al pubblico e successivamente un’opacità nella composizione dei portafogli con strumenti strutturati. La sfiducia innescata ha causato un meccanismo a catena fino a coinvolgere l’intero sistema economico finanziario. Il processo di sfiducia ha indotto gli operatori a non allocare le eccedenze di capitale o a spostare l’orizzonte temporale dal medio-lungo al breve periodo,oppure a richiedere un elevato tasso di interesse come garanzia per l’elevata probabilità di default. Non è sbagliato pensare che tale comportamento abbia causato una serie di eventi negativi anche per le aziende sane che non sono più riuscite a collocare i loro prodotti sul mercato.
Ad arginare tale problema di rischio sistemico non è sufficiente una legislazione corretta, quanto un incremento dell’attività di vigilanza a livello internazionale sulla Governance delle Istituzioni finanziarie, sulla remunerazione dei Manager, sugli specifici doveri degli intermediari nella tutela degli investitori al dettaglio. Il tema dei compensi è strettamente legato a quelli dell’etica e dei comportamenti protesi a una più sana crescita economica di lungo periodo, in tal senso l’enciclica “Caritas in Veritate” di Papa Benedetto XVI individua nel principio di Sussidiarietà uno strumento per rispondere alla crisi. In questa prospettiva, una sana “economia di mercato”, “economia d’impresa”, “economia libera” - ovvero un capitalismo rettamente inteso sorretto da norme giuridiche nel rispetto della persona e della famiglia, intesi come elementi fondamentali del sistema.
La maggiore necessità di informazioni deriva dalla globalizzazione, infatti si ritiene che la possibilità di accedere alle informazioni facilmente e regolarmente renda i mercati più efficienti e liquidi. La divulgazione di semplici informazioni o dati contabili non è da sola sufficiente a dare agli investitori gli strumenti giusti per effettuare le scelte più efficienti, ma è opportuno pubblicare periodicamente dei modelli strutturati che consentano l’analisi del rendimento delle società dando anche la passibilità di paragonare le diverse società appartenenti allo stesso settore. E’ importante che le relazioni periodiche (annuali o intermedie): contengano informazioni rilevanti, ed indichino chiaramente il soggetto responsabile delle comunicazioni di natura contabile (veritiere e corrette) al mercato; le relazioni finanziarie devono essere valutate e revisionate da chi svolge l’attività di controllo interno all’azienda emittente; le informazioni devono essere facilmente e tempestivamente reperibili. In tal modo gli investitori possono effettuare le scelte giuste in base al profilo di rischio nonché a verificare l’esistenza di quegli elementi di governance ritenuti rilevanti per stabile le proprie preferenze d’investimento, inoltre in un mercato globalizzato nasce l’esigenza di adottare un linguaggio unico europeo per rendere compatibile la crescita dei mercati finanziari a tutela dei risparmiatori, tale obiettivo è raggiungibile solo con bilanci redatti utilizzando principi di comunicazione finanziaria omogenei e facilmente compatibili.
A fronte di un’evoluzione della qualità della comunicazione, sono ancora presenti in azienda procedure amministrative contabili e modalità operative che rendono difficile la diffusione tempestiva dei report aziendali, ed oneroso il processo di preparazione dei medesimi. Per superare i citati limiti di fruibilità è nato l’Extensibile Business Reporting Language (XBRL), un sistema di codifiche realizzate mediante un linguaggio di programmazione. L’iniziativa è tesa ad aumentare a livello globale l’efficienza e l’accuratezza della comunicazione impresa – mercato e impresa – pubblica amministrazione, ridurre gli errori e i costi delle interrogazioni di bilancio e stimolare la competitività nazionale ed internazionale attraverso la possibilità di elaborare analisi finanziarie comparative[1].
Link
http://it.wikipedia.org/wiki/Bilancio_d'esercizio
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